Venerdì 17 e sabato 18 luglio una due giorni di eventi, incontri e dibattiti per promuovere una gestione delle terre pubbliche sostenibile e attenta all’ambiente. Per una agricoltura sociale che crei valore, valori ed occupazione, soprattutto giovanile, per la Capitale
Obiettivo Castel di Guido, ma è solo un punto di partenza. Con l’iniziativa del 17 e 18 luglio RomAgricola intende promuovere un dibattito pubblico sulla gestione delle terre pubbliche nel Comune di Roma. La situazione della tenuta di Castel di Guido è emblematica del fallimento delle politiche agricole nelle terre pubbliche gestite dalle pubblica amministrazione.
Nel corso degli ultimi 20 anni, infatti, le due grandi aziende agricole pubbliche nel territorio del Comune di Roma, l’altra è la Tenuta del Cavaliere, di proprietà della Regione Lazio e gestite dal Campidoglio, sono in condizioni di sostanziale abbandono. L’amministrazione capitolina, che nell’ultima consigliatura ha sempre detto di avere grandi piani di rilancio per questo patrimonio comune, è andata poco oltre le parole. Anzi, a Castel di Guido, 2200 ettari, l’attività di allevamento, fino a qualche anno fa una delle poche ancora produttive, complice il presunto cattivo stato in cui versavano gli animali, è gradualmente diminuita, i 40 ettari di uliveto, ceduti in gestione dal Comune di Roma ad una centrale del settore agricolo, sono abbandonati, i boschi e le vaste distese di macchia mediterranea sono senza manutenzione e a rischio incendio. Il risultato? Una deficit di gestione di almeno un milione di euro ogni anno.
Da almeno una decina di anni tra la Pisana e il Campidoglio è in corso una vertenza per togliere la gestione a quest’ultimo. Ultimo atto, una delibera della giunta regionale che stabilisce di mettere a gara la gestione di questo grande patrimonio agricolo pubblico, con condizioni, però, quanto meno illogiche, almeno in un’ottica di sostenibilità sociale ed imprenditoriale e di concreto rilancio della loro produttività. In particolare, s’intende frazionare l’area tra diverse aziende agricole in base alle attività in essere, impedendo, così, l’integrazione tra di esse in un’ottica di filiera efficiente e produttiva. In poche parole, per fare un esempio, chi gestirà i campi a foraggio non sarà lo stesso che si occuperà dell’allevamento e via dicendo.
RomAgricola propone un progetto diverso, sostenibile, di filiera integrata del biologico che crei, attraverso l’agricoltura sociale, occupazione, soprattutto giovanile, e si rivolga al mercato romano come Km 0 per restituire questo territorio alla comunità cui appartiene. Per discuterne, nei due giorni dell’iniziativa ci saranno esponenti dell’associazionismo agricolo e rurale, urbanisti, esperti del settore agricolo, sindacalisti, ed esponenti del mondo della cooperazione agricola romana. Sono stati invitati anche l’Assessora all’Agricoltura della Regione Lazio Enrica Onorati e l’Assessora all’Ambiente del Comune di Roma Laura Fiorini.