Industrializzazione della coscienza del contadino

Negli ultimi anni, almeno una trentina, si è venuta diffondendo l’idea che dalla natura si potesse aggiungere coltura solo per una questione di reddito, così come il Taylorismo, ancora prima, con la sua industrializzazione delle coscienze, proponeva il sistema imprenditoriale totale, ancorché oggi,  per emulazione, a distanza di tempo, si studia la  possibilità di trasferirlo in natura.

Le varie fasi storiche della produzione agricola vedevano applicare tempi e metodi tanto da far pensare che presto la fame di cibo fosse risolta, per dirne una, il bravo Strampelli, riuscì a triplicare la produzione di grano per sfamare il popolo. Oggi non è da meno, con gli OGM, sentirsi capaci di produrre per tutti…ma anche stavolta senza sfamare nessuno. Non è finita, le stesse tecniche di manipolazione, combattute in Europa con grande impegno, c’è le ritroviamo ora sul campo sotto forma  di  OGM nascosti (NBT-New Breeding Techniques), stavolta cari un po’ a tutti i responsabili di settore e politici italiani.

Sembra quasi una questione filologica nel cambiare gli intenti per produrre di più. Ecco che “l’imprenditore agricolo”, per dirla in termini specialistici, non attecchisce sulla natura. Tanto è vero che i condizionamenti chimici dei grandi trust economici arrivano, trasportati da commessi viaggiatori,  persino laddove l’autosufficienza e prossimità operano, senza bisogno di nuove figure o rappresentanti.

Interrompere questo spaventoso progetto di sviluppo, che non ha in se l’idea di regresso, è doveroso e immediatamente  necessario. Il sistema di produzione biologico, sarò fissato, è veramente alternativo e soprattutto più esportabile, inoltre, l’evoluzione del concetto di qualità alimentare ci aiuta a ridefinire coscienziosamente la vita. Concludendo, per favore, chiamiamoli ancora “contadini” senza contrapposizione al cittadino in quanto protettore d’ambiente.

Esempio autocritico di un ragionamento, come si diceva sopra, lo rintracciamo per l’appunto sull’Unita del 5 sett. Del 1987 a firma di Maurizio Guandalini che testualmente recita:  “Le scoperte scientifiche degli ultimi trent’anni hanno messo a punto nuove tecniche che permettono di isolare    in provetta uno o più geni di qualsiasi organismo e di innestarli, così come sono o dopo averli opportunamente modificati, in un altro organismo, nel quale compariranno i caratteri codificati degli stessi geni.” No, no, così non andava e ancor oggi non va!