Questo che pubblichiamo è l’intervento di Matteo Amati al convegno “Roma Agricola – per lo sviluppo sostenibile ed integrato della città metropolitana” che si è svolto il 20 settembre 2019 nella sede della Cooperativa Agricola Cobragor
di Matteo Amati
Roma Agricola senza prodotti
Voglio ringraziare in primo luogo chi ci ospita e tutti quelli che hanno lavorato in questi mesi per la stesura del documento programmatico e per la realizzazione di questa iniziativa.
E grazie a tutti voi che siete intervenuti.
Ci siamo chiesti più volte chi siamo e da dove proveniamo. Siamo persone che in questi anni sono state impegnate politicamente per affermare i principi fondamentali della politica e cioè, lo studio e il lavoro sul territorio, per affermare i valori della democrazia.
Abbiamo trovato come sede naturale dei nostri incontri la Coop. Agricoltura Nuova, che più di quaranta anni fa ha avviato insieme ad altri un processo importante per la difesa dell’ambente, il rilancio di un’agricoltura diversa, per la difesa dei diritti dei più deboli. In quel luogo, abbiamo avuto l’opportunità di ripartire dagli stessi temi che sono più che mai attuali.
Volgiamo ricordare alcune personalità incontrate nel corso del nostro impegno.
Pensiamo ad Argan, a Petroselli, ad Antonio Cederna, al quale in occasione del suo 98° dalla scomparsa, dedicheremo un’iniziativa presso la Coop. Agricoltura Nuova domenica 27 ottobre 2019, per ricordarlo con particolare affetto, gratitudine e ammirazione. Ci sarà un Convegno, che affronterà i temi che oggi discutiamo, e l’installazione di un’opera di un artista in azienda.
Come allora, si sta sviluppando oggi in Italia e nel mondo un movimento di giovani che pone al centro la difesa dell’ambiente, come volano e motore di un nuovo sviluppo sostenibile, il ritorno dei giovani alla terra, la qualità del cibo e degli alimenti, la salvaguardia del territorio, dell’ambiente e del paesaggio agrario.
Mi torna alla mente il discorso pronunciato da Giulio Carlo Argan in Campidoglio, in occasione del Consiglio Comunale riunito in seduta solenne per commemorare la scomparsa di Luigi Petroselli: “vorrei esprimere l’augurio e la speranza che Roma abbia un nuovo Sindaco degno, per l’impegno morale, civile e politico di quello che ha perduto. In una città tanto grande c’è sempre qualcosa che accade, d’inatteso e di grave, qualcosa che si rompe, qualcuno che ha bisogno di aiuto. L’aiuto non sempre si può dare, purtroppo, ma chi ne aveva bisogno, la solidarietà personale, fraterna di Petroselli non è mai mancata. Non soltanto per motivi di umanità, ma perché di una città non si afferrano i grandi problemi, se non si vivono giorno per giorno i piccoli”.
Parole pienamente condivisibili.
Presentiamo oggi un documento che è frutto, come vi dicevo, di un lavoro collettivo e che non vuole essere esaustivo, ma che affronta alcuni temi centrali e decisivi quali l’ambiente e l’agricoltura.
Partendo dal fatto che il Comune di Roma è il più grande comune agricolo d’Europa, che la città si è quadruplicata negli ultimi cinquanta anni, inserendo nell’Agro Romano una serie d’insediamenti urbani privi o molto carenti di servizi, sia nella quantità sia nella qualità.
La cosa paradossale è che, nonostante lo scempio abbiamo ancora più della metà del territorio, dell’area metropolitana destinata ad aree agricole.
Abbiamo un paesaggio ed ecosistemi veramente unici.
Abbiamo individuato quindi una ventina di aree pubbliche agricole per complessivi ettari 4.000, da dove far ripartire il progetto per la realizzazione di fattorie polifunzionali, con l’obiettivo di far tornare la campagna Romana a brulicare di vita e masserie, con gli orti curati come salotti che riforniscano di cibo la città.
Come dimostrano alcune esperienze, che si sono consolidate negli anni ’70, di Aziende Agricole dove, per usare una suggestiva immagine del territorialista Alberto Magnaghi, come in una sorte di moderna abbazia accadono tante cose.
La fattoria eroga una serie di beni e servizi, i prodotti tipici naturalmente, ma anche la loro elaborazione eno-gastronomica, l’ospitalità al viaggiatore, la cultura dei paesaggi, il recupero dei luoghi, la cura delle persone, l’attività sociale e culturale.
Le politiche pubbliche stentano a stare dietro a queste esperienze.
Ci siamo preposti l’obiettivo di proteggere quanto rimane di questi suoli preziosi, di riordinare questa città sconnessa puntando proprio sull’agricoltura, sulla riscoperta del territorio e delle persone che la abitano, a partire dai giovani, dagli immigrati e dalle persone più deboli.
L’agricoltura diventa un pretesto per affermare un’ostinata idea di cittadinanza, di una nuova solidarietà, della quale avvertiamo assolutamente il bisogno.
Con queste diverse iniziative sul territorio, oggi nella sede della Cobragor, il 4 ottobre a Mistica sulla via Prenestina presso la Coop. Agricola Capodarco, il 18 ottobre all’Altra Economia presso l’ex Mattatoio e il 27 ottobre presso la Coop. Agricoltura Nuova, vogliamo offrire agli abitanti di questa città, alle Istituzioni, alle Organizzazioni Sindacali e Professionali, alle Forze Politiche, soprattutto alla sinistra, progetti su cui credere e investire, e soprattutto da far vivere sul territorio tra la gente .